Milioni di persone hanno potuto assistere ad una spettacolare eclissi solare dagli altipiani andini, altre centinaia di migliaia la hanno seguita in diretta streaming. Sono eventi rari sia nel tempo che nello spazio, cui prima dell’avvento di internet poteva capitare di non assistere neanche una volta nella vita e che in un lontano futuro non sarà più possibile osservare.
Lo sanno bene i collezionisti: l’unicità e la rarità sono di per loro qualità preziose in una collezione. L’astronomia è piena di eventi cui si può assistere solo una o due volte nell’arco della vita, e già questa proprietà li rende imperdibili pezzi rari da aggiungere alla propria collezione di esperienze vissute. Sono spesso momenti così coinvolgenti da scatenare un interesse di portata globale facendo appassionare anche chi raramente alza gli occhi verso il cielo e chi mai penserebbe di fotografarlo. Amici e parenti si ritrovano a chiacchierare di astronomia durante la pizza o la colazione al bar, i social network diventano pareti decorate di frammenti di cielo che arrivano agli occhi di chi cammina nella metropolitana. Gli eventi rari diventano quindi canali unici in cui l’astronomia esce dalla stretta cerchia di appassionati e passa di bocca in bocca anche nei casi più inaspettati.
Tra questi eventi, le eclissi solari sono sicuramente i più spettacolari e che più colpiscono l’immaginario comune: il Sole è una costante nelle nostre vite, e vederlo improvvisamente oscurato è un’esperienza che appare sovrannaturale alle nostre menti abitudinarie. Gli Inca che abitavano gli altipiani andini temevano le eclissi perché il dio Sole, Inti, dimostrava in questo modo la sua collera nei confronti dell’uomo tanto da costringerlo a sacrifici umani per placarlo. Oggi in quegli stessi altipiani sorgono i più grandi osservatori del mondo, ed è proprio grazie a loro che il mondo ha potuto assistere all’eclissi: bisognerà attendere due secoli affinché un nuovo evento di questo tipo attraversi quelle regioni, proprio a sottolineare la rarità delle coincidenze che lo permettono.
Ma la coincidenza è ancora più incredibile se si pensa che non in tutte le ere si è verificata e si verificherà. Un’eclissi, in generale, è un transito della Luna davanti al disco solare. Può essere parziale, se solo una porzione del disco viene oscurata, e può essere totale se invece il disco viene coperto del tutto almeno per un istante. Quest’ultimo caso è possibile perché la Luna è circa 400 volte più piccola del nostro Sole, ma oggi si trova anche circa 400 volte più vicina. Quindi dalla Terra Sole e Luna hanno le stesse dimensioni apparenti di circa mezzo grado di cielo in diametro. L’istante in cui il centro dei due dischi si interseca è il picco dell’eclissi: la luce del Sole è quasi integralmente bloccata dalla Luna, per pochi istanti diventa notte in pieno giorno ed ai bordi della Luna solo un sottile anello di luce, la corona solare, ricorda che il Sole è proprio lì dietro in attesa di tornare ad irraggiare la superficie terrestre.
Può anche avvenire che, nonostante i centri dei due dischi si intersechino, non ci sia un’eclissi totale ma un’eclissi anulare, la quale oltre alla corona lascia intravedere un anello di disco solare. L’orbita lunare, come tutte le orbite dei corpi legati in un sistema dalla forza di gravità, è infatti ellittica: un’ellisse molto simile ad una circonferenza, ma pur sempre un’ellisse di cui la Terra occupa uno dei due fuochi, come ci ricorda il buon vecchio Keplero. Ciò significa che in alcuni momenti la sua distanza da noi è leggermente maggiore, in altri leggermente minore, a seconda del punto dell’ellisse in cui la Luna si trova, e di conseguenza il disco lunare sarà a volte delle stesse dimensioni apparenti del Sole, a volte leggermente più piccolo, dando luogo all’eclissi anulare.
Inoltre la Luna si allontana di circa 3,8 centimetri all’anno dalla Terra. Si tratta di un fenomeno che si origina dalla stessa forza che causa le maree. La Luna attrae verso di sé la superficie terrestre in misura maggiore sulla parte a lei più vicina, generando un rigonfiamento nelle grandi masse di acqua che la ricoprono. Questo movimento non è istantaneo, perché ci vuole del tempo a spostare tutta quella massa e nel frattempo la Luna continua ad orbitare e la Terra a ruotare. La prima si trova quindi sempre spostata rispetto alla posizione del rigonfiamento, il quale è spostato rispetto alla linea che collega i centri di Terra e Luna. Ma l’attrazione lunare nei confronti di tale rigonfiamento è maggiore perché lì c’è più massa, ed il risultato è uno scambio di energia tra i due corpi: la Terra rallenta un po’, come un’automobile in corsa cui vengano legati dei mattoni al portabagagli, la Luna si allontana un po’ e l’energia totale del sistema si conserva.
Ma tutto questo cosa c’entra con le eclissi? Molto, perché se la Luna si allontana il suo disco diventa sempre più piccolo e prima o poi arriverà il momento in cui le eclissi totali non potranno più esistere. A quel punto, tutte le eclissi non parziali saranno anulari. Ma niente paura, ciò non avverrà prima di centinaia di milioni di anni, quindi c’è ancora tempo per andare ad ammirare l’eclissi totale che il 14 dicembre 2020 sarà visibile nel Sudamerica meridionale, o per aspettare quella che nel 2081 sarà visibile dal Bel Paese.