Scrivere di Scienza

C’è una frase di Scrivere di Scienza di Daniele Gouthier che voglio riportarvi, perché racchiude un po’ il senso del libro: “Per preservare l’attenzione del lettore, i contenuti scientifici vanno raccontati con uno stile che si faccia leggere, senza asperità, avendo spazzato e rispazzato la strada, come i monaci buddisti, in modo che non vi siano inciampi. Per nessuno.

Ma non bisogna aspettarsi una serie di regolette del tipo *10 cose da fare per avere successo* quanto più un insieme di linee guida e buone pratiche che l’autore ha individuato come utili per imparare a spazzare la strada. Non trucchetti da prestigiatore per ottenere il solo effetto wow, ma elementi ed obiettivi a cui porre attenzione affinché lo scritto risulti efficace, affinché si possa comunicare la complessità della scienza e dei suoi metodi senza spaventare il lettore e senza mutilare la scienza.

Un consiglio che ho voluto cogliere subito è stato quello di tenere sempre con me un blocco per appuntare tutte le idee, le parole, le frasi che mi colpiscono e che saranno una miniera per i miei scritti futuri. Ed ho iniziato a riempirlo proprio leggendo questo libro, perché sa parlare con poesia anche di un argomento che potrebbe sembrare freddo come la comunicazione, e forse è proprio questa la cosa più bella: mentre lo si legge si tiene già tra le mani un esempio limpido di come mettere in pratica ciò di cui il libro stesso parla.

Il libro si riferisce soprattutto ad un pubblico interessato alla scrittura scientifica, ovviamente, ma può risultare interessante per chiunque sia appassionato di comunicazione o di letture divulgative, per capire quali processi mentali ha dovuto seguire chi ha scritto quel libro sui buchi neri o sull’evoluzione che si trova sul proprio comodino.

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